FAQ – Frequently Asked Questions
Notai e Notariato sono da sempre oggetto di confusione, falsi miti, disinformazione e leggende metropolitane.
Di seguito alcune domande ed altrettante risposte che cercano di fare chiarezza.
Chi è il notaio?
L’art. 1 della Legge Notarile – legge 16 febbraio 1913 n. 89 – così recita: “I notari sono ufficiali pubblici istituiti per ricevere gli atti tra vivi e di ultima volontà, attribuire loro pubblica fede, conservarne il deposito, rilasciarne le copie i certificati e gli estratti […]”. Traducendo, il ntaio, nell’esercizio delle sue funzioni, rappresenta lo Stato e costituisce, probabilmente, uno dei più riusciti compromessi nella storia italiana. E’ infatti un pubblico ufficiale (come i magistrati) che presidia importanti funzioni – garantendo la legalità – non gravando però sulle casse pubbliche ma venendo pagato solo dai clienti, come ogni altri professionista. Un binomio che ha garantito decenni di crescita al nostro Paese.  
Come si diventa Notai?
Con un concorso nazionale, bandito annualmente, dopo avere sostenuto un periodo di pratica presso uno studio notarile. Il sigillo notarile non si eredita, né si compra, ma si suda sui libri, ed è alla portata di tutti, voglia di studiare e sacrificarsi permettendo.
Per diventare Notaio bisogna essere figlio di Notaio?
Assolutamente no. Io non ho nessun parente Notaio, e nella mia stessa situazione si trovano più dell’80% dei colleghi. Si tratta di un dato significato e molto inferiore alla media nazionale – in Italia, infatti circa il 40% dei figli svolge lo stesso lavoro di uno dei genitori – a dimostrazione della mobilità sociale che caratterizza la categoria.
I Notai esistono solo in Italia.
Potremmo definirla la regina della falsità. Il Notariato – cosiddetto latino, cioè strutturato secondo le modalità che noi conosciamo – è presente in 86 Paesi del mondo e in 22 su 28 Paesi europei, coprendo oltre il 60% della popolazione mondiale. Non solo, negli ultimi anni ha mostrato una notevole espansione, venendo introdotto anche in realtà dove era storicamente assente, in primis la Cina. Il messaggio è chiaro: dove c’è sviluppo, c’è Notaio.
I Notai costano troppo.
Una recente ricerca Nosmina (dicembre 2014) ha evidenziato come i Notai italiani siano più economici dei rispettivi francesi e dei solicitor inglesi, e con compensi equivalenti a quelli dei colleghi tedeschi, i quali però non hanno compiti di liquidazione delle imposte. In breve, comprare casa all’estero, spesso costa di più e con meno certezze.
I Notai hanno un reddito minimo garantito dallo Stato.
Risposta: magari, ma anche questa è una leggenda metropolitana. In verità il Notaio che non raggiunge un ammontare minimo di volume di atti può chiedere un’integrazione alla Cassa dei Notai, ente previdenziale della categoria. L’integrazione – di importo ridotto: poche migliaia di euro – può essere chiesta limitatamente nel tempo ed è liquidata attingendo ad un fondo alimentato dai contributi dei colleghi. I Notai, allo Stato, come già detto, non costano nulla.
Senza Notaio si risparmia.
Rispondo con una provocazione: anche senza sanità pubblica forse si risparmia qualcosa in tasse, ma quando poi si sta male se non si ha una buona e costosa assicurazione si rischia di morire. Voi vorreste un Paese del genere? In verità, volendo essere concreti, abbiamo già un riscontro di cosa significhi “eliminare i Notai”: i passaggi di proprietà delle autovetture, sottratti alla competenza esclusiva della categoria nel 2006. Da allora si sono moltiplicate frodi ed intestazioni fittizie, con esponenziale aumento di truffe e contenzioso – civile e penale – connesso. Nel mentre i Tribunali soccombono e i cittadini spendono sempre più in tasse per sostenere il sistema, nel contempo vedendo sfumare le proprie possibilità di avere giustizia, tra prescrizioni e tecniche dilatorie. E i costi? Non sono diminuiti. In breve, senza Notaio abbiamo avuto più tasse, nessun risparmio, meno certezze. E’ questo il futuro che vogliamo?
Tutti i Notai sono uguali.
Tutti i Notai sono pubblici ufficiali che hanno superato un concorso pubblico di certo non semplice e che – nel loro ministero – garantiscono la certezza del diritto. L’uguaglianza nella qualità, attenzione, personalità, velocità della prestazione, invece, ovviamente, non esiste. E, quando si investono i risparmi di una vita o le proprie speranze imprenditoriali, bisogna sapere bene a chi rivolgersi; come dicono gli inglesi, “if you pay nuts, you get monkeys”.
In concreto, che vantaggi ho con i Notai?
Diceva Francesco Carnelutti, esimio giurista e noto avvocato, “tanto più Notaio, tanto meno Giudice”. Il contenzioso in materia immobiliare, relativamente alle attività curate dai Notai, è pari a meno dello 0,1%; nel mentre, negli Stati Uniti, senza Notai, nel 2008 un giornalista è riuscito addirittura a vendere l’Empire Estate Building a dimostrazione della pericolosità del sistema. Meno contenzioso e più controlli significano meno tasse e più certezze; il premio Nobel dell’economia 2013, Robert Shiller, ha affermato che se in America ci fosse stata la figura del Notaio come in Italia e la crisi dei subprime probabilmente si sarebbe potuta evitare.
I Notai guadagnano troppo.
Sono cresciuto in una realtà di periferia e ho profonda consapevolezza di quanto difficile sia la quotidianità – soprattutto in questo periodo di crisi – e del valore che bisogna dare al denaro. E’ profondamente sbagliato, tuttavia, pensare ai Notai come dei privilegiati: la categoria ha subito – come altre, più di altre – la terribile congiuntura economica, vedendo dimezzato negli ultimi 6 anni il reddito medio; quale altra realtà professionale ha conosciuto una simile contrazione? Inoltre, i redditi di importo elevato riguardano solo una frazione dei Notai; in breve, pochi guadagnano tantissimo, gonfiando la media, mentre la grande maggioranza ha incassi ben lontani dalle invidie popolari. Un po’ come dire che tutti i calciatori hanno stipendi milionari, che giochino in serie A o in Terza Categoria.
I Notai sono sostituibili.
Tutti siamo importanti ma nessuno indispensabile; e questo certamente vale anche per i Notai. Ma, riepilogando quanto già sopra scritto, conviene? La risposta è no; i Notai sono sicuramente sostituibili, ma ad un prezzo che questo Paese non può permettersi, perché determinerebbe lo smantellamento di uno dei pochi presidi di legalità ancora presenti. Personalmente, inoltre, credo fortemente nel valore delle singole professionalità: i “tuttologi” non mi sono mai piaciuti, e non mi interessa “fare altro”. Io voglio rappresentare la Repubblica nell’esercizio delle mie funzioni, tutelare i cittadini, garantire la certezza dei traffici giuridici. Il mondo marcia verso sempre più stringenti specializzazioni: smantellare una delle poche che in Italia funziona significa arretrare verso il Medio Evo del diritto.