Guida al preventivo notarile

La trasparenza è per noi un valore importante; per questo motivo quando un cliente richiede un preventivo notarile per un atto che intende stipulare è generalmente sempre il Notaio a predisporlo, illustrando nel dettaglio – ove possibile – tutte le voci di costo che, sulla base dei dati forniti, sono ipotizzabili.

Spesso tuttavia anche la puntuale illustrazione delle singole “cause di spesa” può non essere chiara per chi non conosce la materia e per questo motivo ci è parso utile “spiegare” in questa sede di cosa si compone il preventivo notarile che viene ricevuto dal nostro cliente.

Ovviamente ogni tipologia di atto ha un preventivo notarile diverso: se infatti alcune voci sono costanti (tipicamente quelle relative alle competenze del Notaio) altre possono variare, in particolare per quanto riguarda le imposte.

Infine, un’ultima avvertenza: l’illustrazione che segue è riferibile esclusivamente ai preventivi redatti da questo studio notarile, in quanto distinti studi notarili potrebbero adottare diverse modalità di rendicontazione e presentazione delle voci di spese.

Le competenze del Notaio

Si tratta delle voci del preventivo riconducibili a vario titolo alla prestazione notarile. Sono tutte soggette ad IVA nella misura di legge, variano in genere in base al tipo di atto e ai valori dell’attività svolta.

Queste voci sono presenti in tutti i preventivi predisposto dallo studio, a prescindere dal tipo di atto.

E’ il costo dei controlli che il Notaio esegue nei Registri Immobiliari e in Catasto per accertare la presenza o meno di vincoli, ipoteche, gravami; in breve, sono le “analisi del sangue” dell’immobile che permettono a chi acquista di procedere serenamente.

Non è possibile dispensare il Notaio dal procedere alle visure (sul punto si è espressa anche la Corte di Cassazione) e il costo è generalmente indicativo, potendo subire aggiornamenti in caso di pratiche particolarmente complesse.

Si tratta degli oneri pensionistici che il Notaio versa alla propria Cassa (perché i Notai, quando vanno in pensione, con il limite di età di 75 anni, non ricevono la pensione dallo Stato ma da tutti gli altri Notai in esercizio, passati, presenti e futuri).

L’importo della voce è determinato dalla tipologia di atto e dal valore dello stesso.

E’ l’importo che il Notaio versa al Consiglio Nazionale del Notariato, organo di rappresentanza della categoria che si occupa sia di attività istituzionale che di ricerca (e i relativi studi sono a disposizione di tutti).

In questa voce sono inclusi anche i contributi al Consiglio Notarile Distrettuale nonché quelli assicurativi.

Una voce semplice e fissa per ogni atto, dovuta per l’iscrizione dello stesso nel Repertorio (elenco degli atti che il Notaio riceve): euro 2,00, che il Notaio deve poi “girare” all’Archivio Notarile.

Quello che – alla fine di tutto – incassa (al lordo: poi bisogna pagare i dipendenti, i fornitori, le tasse, etc..) il Notaio. E’ proprio l’ultima voce e spesso anche quella più contenuta (perché, come spieghiamo nelle FAQ, no, il Notaio in Italia non è caro).

Le tasse | atti immobiliari

Negli atti aventi ad oggetto immobili (compravendite, mutui, donazioni, divisioni, etc..) si tratta di tutte le spese relative – a vario titolo – ad imposte.

Come spiegato nel dettaglio delle singole voci in base al tipo di atto alcune possono essere non dovute: ad esempio nei mutui sono dovute solo “conservatoria” e “tassa d’archivio”, o ancora nelle compravendite fra persone fisiche non si ha “bollo”.

E’ dovuta per ogni trasferimento immobiliare, con un minimo di euro 1.000,00 (vendite fra persone fisiche). Si calcola sulla rendita catastale, moltiplicata secondo parametri e tassate secondo aliquote che dipendono dalla natura del bene, dal tipo di atto e dalla possibilità – per l’acquirente – di richiedere o meno le agevolazioni prima casa.

Nel caso di trasferimento soggetto ad IVA è dovuta in misura fissa (euro 200,00).

Può essere ridotta o azzerata in presenza di credito d’imposta.

E’ dovuta per ogni trasferimento immobiliare, con importi differenti (euro 50,00, euro 200,00, oppure il 2% o il 3% del valore del bene) a seconda del tipo di atto e delle parti coinvolte.

Nonostante “il nome” prescinde dalla presenza o meno di ipoteche sul bene ma è collegata alla formalità nei Registri Immobiliari conseguenti all’atto.

E’ dovuta per ogni trasferimento immobiliare, con importi variabili (euro 50,00, euro 200,00, oppure l’1% del valore del bene) a seconda del tipo di atto e delle parti coinvolte.

L’imposta è dovuta per l’aggiornamento dei dati catastali.

E’ di importo variabile (ma in genere pari ad euro 230,00, almeno nel segmento immobiliare) a seconda del tipo di atto, e non è dovuto per le compravendite immobiliari fra persone fisiche, in quanto già “assorbito” dalle imposte ipotecaria e catastale (mentre è presente nelle compravendite soggette ad IVA).

In alcuni casi sono dovuti dei bolli ulteriori per le copie dell’atto (é precisato nel preventivo e i bolli richiesti si intendono a copia).

A volte indicata come “tassa ipotecaria”, è di importo fisso (euro 90,00 per le compravendite ed euro 35,00 per i mutui) e (come il bollo) non è dovuto per le compravendite fra persone fisiche soggette ad imposta di registro, in quanto già assorbito dalle imposte ipotecaria e catastale.

Si riferisce alle formalità nei Registri Immobiliari (euro 35,00) e voltura catastale (euro 55,00)

E’ di importo variabile, dipendente da tipo di atto ed importo dello stesso.

Si tratta di un onere che viene corrisposto all’Archivio Notarile il quale, alla cessazione dell’attività del Notaio, si farà carico della conservazione di tutti gli atti originali dallo stesso ricevuti per renderne sempre possibile la fruizione.

Le tasse | atti societari

Negli atti societari (costituzioni di società, cessioni di quote, operazioni straordinarie, etc..) si tratta di tutte le spese relative – a vario titolo – ad imposte.

In ipotesi particolari (si pensi alle fusioni in cui la società incorporata è proprietaria di beni immobili) saranno dovute anche le imposte per i trasferimenti immobiliari.

Ancora, alcuni atti societari non prevedono alcuni oneri.

E’ dovuta in genere in misura fissa (pari ad euro 200,00).

Per le cessioni di quote è dovuta un’imposta di registro fissa per ogni cessione.

E’ di importo variabile (ma in genere pari ad euro 156,00) a seconda del tipo di atto, ed è versato all’Agenzia delle Entrate.

Alcuni atti prevedono anche un’imposta di bollo aggiuntiva che deve invece essere versata al Registro Imprese.

E’ l’importo dovuto annualmente al Registro Imprese. In sede di costituzione della società può essere versato al Notaio  – unitamente agli altri oneri dovuti – che poi provvede e liquidare l’importo al Registro Imprese ovvero può provvedere direttamente l’organo amministrativo.

E’ presente solo nei preventivi relativi atti costitutivi di società di persone e di capitali, ad eccezione delle SRLS (per le quali è un servizio che non prestiamo).

Sono i diritti dovuti al Registro Imprese per l’iscrizione dell’atto in modo che lo stesso riceva pubblicità anche nei confronti dei terzi.

Per gli atti che riguardano le start-up innovative non sono dovuti diritti al Registro Imprese.

E’ di importo variabile, dipendente da tipo di atto ed importo dello stesso.

Si tratta di un onere che viene corrisposto all’Archivio Notarile il quale, alla cessazione dell’attività del Notaio, si farà carico della conservazione di tutti gli atti originali dallo stesso ricevuti per renderne sempre possibile la fruizione.

Tutto chiaro?

Se non avete già ricevuto un preventivo è possibile farne richiesta on-line andando nella pagina dedicata (cliccare sul collegamento evidenziato).

Ancora dei dubbi?

E’ possibile contattare lo studio utilizzando il modulo dedicato che segue; é il Notaio stesso che in tempi rapidi – lavoro e (un po’ di..) vita personale permettendo – risponderà.

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