Coronavirus e stipule fuori dal proprio Comune

da | 23 Mar 2020 | leggi, Senza categoria, studio

Alla luce delle ultime disposizioni governartive la domanda che oggi mi viene posta da tutti coloro i quali hanno (ancora) atti in programma è unica: “possiamo spostarci dal nostro Comune per venire alla stipula?“.

Il dubbio è legittimo e nasce dall’ordinanza pubblicata ieri 22 marzo 2020 in Gazzetta Ufficiale (e quindi già in vigore)  a firma congiunta Ministri dell’Interno e della Salute in cui espressamente si dispone come “Allo scopo di contrastare e contenere il diffondersi del virus COVID-19, e’ fatto divieto a tutte le persone fisiche di trasferirsi o spostarsi con mezzi di trasporto pubblici o privati in comune diverso da quello in cui si trovano, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute.

Diventa quindi ora necessario fare un riepilogo dell’intero quadro – con particolare riferimento all’attività notarile – e capire come procedere.

In primis è necessario ribadire quanto già affermato (in questa modesta sede ma anche a livello nazionale dai vertici della categoria) ed in particolare che gli studi notarili sono aperti e che il Notaio deve – pena la destituzione ai sensi dell’art. 142 Legge Notarile – prestare il proprio ministero anche in tempo di epidemia.

A conferma di questa ricostruzione è anche il DPCM pubblicato sempre ieri 22 marzo 2020 in Gazzetta Ufficiale che nell’ordinare la sospensione di tutte le attività produttive prevede, fra le eccezioni, anche l’ambito legale e gli studi notarili.

L’obbligo di apertura – tuttavia – non significa piena e ordinaria operatività, sia per motivi contigenti (il numero degli atti è naturalmente scemato) sia per la necessità di dare il proprio contributo a combattere la diffusione del morbo. Ad ogni singolo Notaio è stato raccomandato – nel solco di quanto disposto per tutti i professionisti – di evitare i colloqui, ridurre le stipule a quelle urgenti e necessarie, sanificare gli ambienti e  agevolare lo smart working dei propri dipendenti.

L’invito a stipulare solo gli atti urgenti o necessari si sposa con le (previgenti) disposizioni contenute nel DPCM pubblicato in Gazzetta Ufficiale in data 9 marzo 2020 che consentiva gli spostamenti a condizione (inter alia) fossero dettati da “comprovate esigenze lavorative” o “situazioni di necessità“.

Già si è a lungo interrogati – anche all’interno delle categoria – su quali situazioni integrassero gli scenari normativi di cui sopra. Se le comprovate esigenze lavorative sicuramente ricomprendono (ad esempio) il funzionario di banca che deve sottoscrivere il mutuo per l’istituto o il dirigente d’impresa che deve rilasciare procura per appalti urgenti il tema diventa più complesso per le “situazioni di necessità” coniugate ad interessi di privati. L’acquisto di una casa nuova è necessario? Delle migliori condizioni contrattuali per una surroga sono così non decisive? Una pubblicazione di testamento nei termini per presentare la dichiarazione di successione non può essere rinviata?

In tutti questi casi, utile ripeterlo, la scelta è rimessa al singolo che dovrà poi motivare – innanzi ad eventuali contestazioni dell’Autorità Giudiziaria a seguito di controlli delle Forze dell’Ordine – il proprio caso specifico e il proprio stato di necessità.

Come Notaio, fino ad ora (ma, anticipo: continuerò così fino ad ulteriori diverse disposizioni) ho sempre cercato applicare il criterio del buon senso, invitando tutti a valutare realmente le proprie necessità e la possibilità di un rinvio, confermando comunque la mia disponibilità ed inviando comunicazioni di posta elettronica a conferma – ove richiesto – degli appuntamenti in modo da poter dare riscontro in ipotesi di controllo stradale.

Nel mentre era altresì intervenuto un’ulteriore (condivisibile) stretta che bloccava e blocca ancora in casa tutti i soggetti in quarantena oppure positivi al COVID-19; per costoro l’impossibilità di recarsi innanzi al Notaio è palese.

Il quadro si è tuttavia evoluto con l’ordinanza che vieta lo spostamento al di fuori del proprio Comune perché uno dei parametri che consentono il superamento dei confini non è (più) la necessità ma – letteralmente – l’assoluta urgenza.

Cambia quindi una parola ma non cambiano i termini del problema, perché rimane da interpretare e declinare il concetto di “urgenza” e ciò non è rimesso al Notaio ma solo alle parti.

Come sopra toccherà ai contraenti – ove soggetti a controllo – dimostrare l’urgenza e prepararsi, in ipotesi di contestazioni, a difendersi innanzi all’Autorità Giudiziaria: la sanzione è sempre quella di cui all’art. 650 cp, salva la contestazione di più gravi reati.

Riepilogando ci sono tre scenari che possono presentarsi nella quotidianità notarile ai tempi del coronavirus.

Il primo è quello di stipule con parti residenti nel Comune in cui si trova il Notaio incaricato. In questo caso il discrimine è dato dalla necessità di procedere con l’atto o da esigenze lavorative, tutte da dimostrare in ipotesi di controlli.

Il secondo è quello di stipule con soggetti in quarantena o infetti da COVID-19: qui il divieto di procedere è assoluto.

Il terzo è quello di stipule cui intervengano parti provenienti da Comuni diversi rispetto a quello in cui si trova lo studio del Notaio incaricato. In questa ipotesi solo l’assoluta urgenza consente lo spostamento, assoluta urgenza che deve essere dimostrata.

Volendo – mi è stato richiesto – entrare esemplificativamente nel dettaglio proviamo ad immaginare alcune situazioni.

Un contratto definitivo la cui scadenza è prossima con caparra già data è sicuramente urgente. Forse anche un preliminare collegato a proposta in scadenza con dazione di somme è sicuramente urgente. Ma in entrambi i casi ritengo sarà altresì necessario – in ipotesi di contestazioni da parte dell’Autorità Giudiziaria – dimostrare che si è tentata la strada del rinvio condiviso ma senza successo per opposizione di controparte.

Ragionamento analogo vige per i contratti di finanziamento, ove sarà la banca che dovrà collaborare e attestare – ad esempio – che la delibera è in scadenza e che l’atto non può essere rinviato.

Ancora, l’urgenza si può ravvisare (ma è una mia personale ricostruzione che non vuole avere carattere di certezza giuridica) per le ipotesi in cui il riacquisto o la rivendita di beni immobili avvenga per non cadere in ipotesi di decadenza da benefici fiscali (si pensi ad esempio in ambito “prima casa”), i cui termini non sembrano al momento sospesi.

Ovviamente le deroghe non valgono per tutti quei soggetti che non sono parti dell’atto: amici, parenti, accompagnatori vari che spesso si presentano in sede di rogito non possono spostarsi e – se soggetti a controlli – ne rispondono come sopra richiamato.

Discorso leggermente diverso per quei professionisti (mediatori in primis) la cui attività è collegata alla stipula. Il consiglio è quello di non presentarsi all’atto e collaborare in modalità telematica, per due ordini di ragioni: innanzitutto per palesi esigenze sanitarie, in secondo luogo per evitare di dovere spiegare il proprio spostamento a Forze dell’Ordine che ne contestino eventualmente la necessità o l’urgenza (perché rischiare?).

Il suggerimento di confrontarsi con le autorità locali di pubblica sicurezza (Polizia Municipale e Carabinieri in primis) è valido in ogni caso; una telefonata prima non so se allunga la vita ma sicuramente può evitare problemi dopo.

In conclusione, un invito che vuole essere esteso a tutti. La situazione è oggettivamente grave e oltre il drammatico dato sanitario vi è anche all’orizzonte uno scenaro di enorme crisi economica. Ai morti rischiano di seguire attività e fabbriche chiuse e centinia di migliaia di disoccupati. L’unica scelta che dobbiamo fare per evitare tutto ciò e consentire al Paese di avere un futuro è seguire oggi le misure di contenimento e avere fiducia nel domani, per quanto – e vi capisco – sia difficile. Decidiamo con attenzione quali siano le stipule veramente indifferibili e cerchiamo di rinviare tutto quello che è possibile; utilizziamo altresì tutti gli strumenti digitali a nostra disposizione per evitare contatti di persona.

Rispettiamo le regole e abbiamo fiducia: l’Italia ce la farà!

Fabio Cosenza

Notaio

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