Finanziaria e autoveicoli

da | 8 Gen 2019 | fisco, politica

Primo piccolo contributo di approfondimento delle novità che interessano (anche) i settori in cui opera lo studio introdotte dalla Finanziaria, già anticipate in pillole. In particolare si inizia dagli autoveicoli, e siamo ai commi 1031-1047 della legge n. 145/2018.

Il legislatore è intervenuto con un’attenzione decisa per le tematiche ambientali secondo il vecchio modello  di “bastone e carota”.

La carote sono gli incentivi per l’acquisto di veicoli elettrici ed ibridi, di durata triennale (fino al 2021). Nel dettaglio si tratta di un contributo che varia fra i 1.500 e i 6.000 euro per chi acquista – anche ricorrendo al leasing – un autoveicolo nuovo (di categoria M1, quindi massimo otto posti compreso il conducente) caratterizzato da emissioni inquinanti non superiori a 70 g/KM (si tratta proprio ed esclusivamente dei mezzi elettrici o ibridi).

Il quantum dell’incentivo è parametrato alla fascia di emissione del nuovo automezzo e all’eventuale contestuale rottamazione di veicolo inquinante posseduto da almeno 12 mesi (anche da un famigliare convivente). Volendo presentare alcune cifre, quattro sono gli scenari possibili con relativi contributi:

– acquisto di nuovo veicolo con emissioni comprese tra 0 e 20 g/Km e contestuale rottamazione: euro 6.000,00;

– acquisto di nuovo veicolo con emissioni comprese tra 21 e 70 g/Km e contestuale rottamazione: euro 2.500,00;

– acquisto di nuovo veicolo con emissioni comprese tra 0 e 20 g/Km senza contestuale rottamazione: euro 4.000,00;

– acquisto di nuovo veicolo con emissioni comprese tra 21 e 70 g/Km senza contestuale rottamazione: euro 1.500,00.

Il tutto, con un limite relativo al prezzo della nuova autovettura, che deve essere, IVA esclusa, di massimo euro 50.000,00.

Il bastone è invece l’introduzione di una tassazione sull’acquisto di veicoli nuovi aventi emissioni superiori a 160 g/Km, il tutto sempre per i prossimi 3 anni e con una forbice che si prospetta andare da euro 1.100,00 ad euro 2.500,00.

Volendo dare un giudizio, il provvedimento è sicuramente degno di nota e teso a sostenere (anche in un’ottica “ecologista”) un settore centrale per l’economia del Paese, con tuttavia due elementi critici da evidenziare.

In primis, il mercato delle auto elettriche è ormai dominato da produttori stranieri o dalla scarsa presenza occupazionale in Italia, e pertanto la ricaduta positiva sicuramente interesserà i rivenditori ma avrà un respiro corto sulla filiera industriale. Diventa quindi importante la costruzione di una politica d’impresa che ponga l‘elettrico come elemento centrale della produzione italiana, il tutto ovviamente nei limiti dell’intervento pubblico nel privato.

In secondo luogo si ricorda ancora come uno dei seri problemi che condiziona il mercato delle autovettura in Italia sia quello delle truffe, fenomeno esploso a seguito dell’eliminazione dell’autentica notarile per i passaggi di proprietà. Intervenire pertanto con incentivi condizionati anche nell’entità alla prepossidenza nel tempo di altri veicoli (da rottamare..) senza ripulire il sistema dalle storture che hanno condotto all’attuale mancanza di legalità rischia di essere miope.

Soprattutto ora, quando si vuole inaugurare una nuova era nella mobilità privata, diventa fondamentale che lo Stato si riappropri di un controllo pieno e puntuale su chi sono i veri proprietari dei mezzi che circolano sulla strada. La proposta non può che essere quella di accompagnare gli incentivi con un obbligo (a prezzi calmierati e tariffa fissa) di passaggio di proprietà solo per autentica notarile, al fine di rimettere ordine nel settore. Il rischio, altrimenti, è di regolare soldi e risorse pubbliche a prestanome e truffatori di professione, il tutto a discapito della collettività.

La via per una nuova mobilità, in questo caso, non può che passare per le certezze del passato.

Fabio Cosenza

Notaio

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