CAMBIARE MUTUO DA VARIABILE A FISSO

da | 5 Feb 2023 | banche | 0 commenti

La BCE continua nella sua (folle) corse al rialzo dei tassi nella (folle) speranza di argine così l’inflazione (che invece ha diversa origine: la crisi energetica) e le famiglie italiane che hanno un mutuo a tasso variabile vedono ormai da mesi le proprie rate aumentare vertiginosamente. Anche nel nostro Paese si è corsi quindi ai ripari e la Legge di Bilancio 2023 ha riproposto una norma (datata 2011) che permette cambiare mutuo da variabile a fisso senza costi e senza l’accordo della banca.

Si tratta, in particolare, del decreto legge 13 maggio 2011 , n. 70 (cosiddetto “Decreto Sviluppo”) – convertivo con legge 12 luglio 2011, n. 106 – che all’art. 8, comma 6 prevedeva – e oggi quindi ripropone – proprio questa facoltà di rinegozazione dei contratti di mutuo ipotecario. La possibilità di cambiare mutuo da variabile a fisso non è tuttavia generalizzata, in quanto sussistono alcune condizioni da rispettare:

importo originario del mutuo non superiore ad euro 200.000,00.

pagamento puntuale di tutte le rate

ISEE non superiore ad euro 35.000,00

contratto di mutuo stipulato prima del giorno 1 gennaio 2023

mutuo originario totalmente a tasso variabile

Laddove ricorrano tutte le condizioni di cui sopra – sottolineo: tutte – il cliente ha diritto di ottenere dalla banca – che non si può in alcun modo opporre – di cambiare mutuo da variabile a fisso. Il nuovo tasso fisso non è ovviamente deciso dal cliente o dalla banca ma predeterminato dalla legge, che precisa come lo stesso sia:

 “non superiore al tasso che si ottiene in base al minore tra l’IRS in euro a 10 anni e l’IRS in euro di durata pari alla durata residua del mutuo ovvero, se non disponibile, la quotazione dell’IRS per la durata precedente, riportato alla data di rinegoziazione alla pagina ISDAFIX 2 del circuito Reuters, maggiorato di uno spread pari a quello indicato, ai fini della determinazione del tasso, nel contratto di mutuo

In breve (e semplificando) il nuovo tasso fisso si calcola sommando allo spread originariamente previsto nel contratto di mutuo, il valore minore tra l’IRS (Interest Rate Swap) a 10 anni e l’IRS pari alla durata residua del mutuo.

Non si tratta dell’unica agevolazione prevista per chi può beneficiare della nuova norma; oltre infatti alla possibilità di cambiare mutuo da fisso a variabile è riconosciuta anche la facoltà di chiedere un allungamento del piano di rimborso per massimo 5 anni sempre che, al momento della rinegoziazione, la durata residua del mutuo non superi i 25 anni.

Per godere delle agevolazioni di cui sopra – quindi sia cambiare mutuo da fisso a variabile che allungamento del piano di rimborso – è necessario presentare richiesta alla propria banca entro il 31 dicembre 2023: si tratta in breve di una misura al momento limitata al presente anno.

Incidentalmente – nel caso sarà oggetto di un futuro approfondimento – si può ricordare come la norma sopra illustrata non rappresenta l’unico strumento per chi vuole cambiare le condizioni del proprio mutuo. In particolare è bene ricordo anche l’istituto della surroga e quello della rinegoziazione del mutuo con il proprio istituto. La grande differenza, ovviamente, è che in ipotesi di surroga o rinegoziazione non ci sono condizioni da rispettare ma è necessario trovare l’accordo rispettivamente con la nuova o con la vecchia banca.

Fabio Cosenza

Notaio

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